Il processo terapeutico si fonda su obiettivi che vengono concordati fra terapeuta e paziente.
E’ frequente che nell’immaginario del paziente il terapeuta venga vissuto come una figura medica, colui che prescrive la soluzione dei problemi o che insegna tecniche e strategie attraverso le quali intervenire con successo sul disagio psicologico. In realtà le cose non stanno esattamente così: il terapeuta utilizza le proprie competenze per creare insieme al paziente delle alternative percorribili, ma il paziente è il massimo conoscitore di se stesso e non intraprende la psicoterapia per essere istruito e illuminato da una sapienza superiore incarnata dal terapeuta. Questo significa che gli obiettivi vengono esplorati insieme.

Cosa si vuole ottenere con la terapia? Guarire dalsintomo? Alleviarlo?
Oppure conoscere i propri meccanismi di funzionamento e agire più estesamente sui fattori che si possono modificare per raggiungere un miglior equilibrio generale? La risposta a queste domande la dà il paziente, non il terapeuta. E’ il paziente che percepisce quanto sono intensi i suoi sintomi, è il paziente a rappresentarsi uno scopo, un bisogno, un desiderio legato alla terapia. A volte si tratta di migliorare le proprie relazioni, la vita di coppia, in altre occasioni il malessere è avvertito senza sintomi specifici e il desiderio è quello di trovare maggior serenità nell’esperienza quotidiana; gli esempi sarebbero numerosi se non addirittura infiniti, ogni paziente è un individuo autonomo e come tale elabora un sistema di aspettative che attiene alle dinamiche peculiari della sua vita. Il terapeuta approfondisce la richiesta formulata, aiuta il paziente a chiarirsela meglio nei casi in cui sia nebulosa, e imposta un percorso che tiene in considerazione prima di ogni altro elemento i bisogni espressi. Talvolta il soggetto fa fatica a comprendere cosa vuole, cosa realmente lo fa stare male e quale potrebbe essere un progetto personale gratificante;

compito del terapeuta è accompagnarlo nell’esplorazione di , aiutarlo a districarsi fra paure e incertezze per entrare in contatto con i contenuti mentali ed emotivi che condizionano i suoi comportamenti o che provocano sofferenza. La competenza del professionista include sì l’utilizzo di tecniche che vengono trasmesse al paziente, ma non si tratta di una lezione da impartire bensì di una condivisione in cui entrambi gli attori in gioco contribuiscono attivamente al processo: il paziente porta le conoscenze e lo sguardo soggettivo che ha maturato su di sé, il terapeuta mette a disposizione gli strumenti teorici e pratici che gli consentono di individuare le modalità con cui ogni paziente costruisce e interpreta i propri vissuti. Sottolineare questo aspetto è fondamentale perché la psicoterapia cognitivo-comportamentale si propone di stimolare le risorse del paziente, non impone un trattamento o un protocollo predefiniti come dovesse lavorare su una malattia medica; al contrario, paziente e terapeuta dialogano sugli obiettivi possibili del percorso di cura, negoziano ciò che è utile e realistico prefigurarsi dal cammino che si accingono a intraprendere.

Nel corso della terapia gli obiettivi possono essere modificati, rimodulati secondo le esigenze e le riflessioni che il paziente ha sviluppato; anche in questo caso si decide insieme dove si vuole andare e attraverso quale strada, nella consapevolezza comune che una terapia in grado solo di imporre al paziente le conoscenze del terapeuta sarebbe dannosa oltre che sterile.

 
Chi volesse ricevere informazioni per intraprendere una psicoterapia può contattare il Dott. Gianluca Frazzoni Psicologo Psicoterapeuta cognitivo-comportamentale e fissare un primo consulto gratuito in uno degli studi di Milano.
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